Indirizzo
valduggia
GPS
45.724116288649, 8.3238065242767
Telefono
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Il parco naturale del Monte Fenera, dove storia e natura si fondono rispettose.
Un’avventura su due ruote fra arte e religione, boschi e vigneti nell’area protetta della bassa Valsesia
Un itinerario prezioso per scoprire l’area naturale del monte Fenera e gli incredibili tesori che racchiude. La zona è infatti di notevole interesse in primo luogo sul fronte naturalistico e in particolare faunistico: fra gli ospiti d’eccellenza c’è la rara cicogna nera, oltre al picchio muraiolo e il falco pellegrino. Il fascino dell’area è legato anche alla mano dell’uomo che ha abitato questi boschi e radure fin dal tardo paleolitico e nel tempo ha lasciato mirabili segni del suo passaggio, con mirabili luoghi di culto e vitigni altrettanto poetici nel loro dialogo con la natura che li circonda.
Partiamo da Valduggia (400m), piccolo borgo di origine medievale nel cuore della valle che collega la Valsesia al Cusio. Lasciamo l’auto nel parcheggio gratuito in centro, in via XXV aprile, nei pressi parco giochi, oppure accanto al municipio. Tra il palazzo comunale e la chiesa di San Giorgio, scorgiamo subito la statua dedicata al più noto cittadino del borgo, il celebre pittore Gaudenzio Ferrari, il maggiore esponente della scuola pittorica piemontese del Cinquecento le cui meravigliose opere impreziosiscono tutta la Valsesia (in particolare Varallo e il Sacro Monte).
Ci scaldiamo le gambe fra la casa natale dell’artista e la piazza della chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta dall’altissimo campanile, pedalando nei vicoli del paese, rinomato anche per le aziende dedite alla rubinetteria. Imbocchiamo via Ferrari per svoltare a sinistra in via Circonvallazione e quindi sulla destra seguiamo la strada comunale Valduggia Castagnola. Pedaliamo nel verde in susseguirsi di curve e piccoli tornanti per circa 5 km sempre su strada asfaltata, attraversando pittoresche frazioni dall’architettura contadina e chiesette che conservano il fascino di una volta. Superiamo Cantone (526m), Arlezze (628 m) e Rasco fino ad arrivare nella piccola piazzetta di Castagnola (748 m). Qui possiamo rifocillarci alla fontana o presso il circolo storico Arci “San Lorenzo” e visitare la chiesa parrocchiale di San Lorenzo, in cui intervenne l’architetto Alessandro Antonelli di Maggiora.
Si apre di fronte a noi lo scenario del parco naturale del Monte Fenera: la vista spazia su una distesa di montagnole e colline boscose, in estate e primavera una tavolozza di sfumature di verde che racconta la ricchezza di quest’area protetta (di ben 3378 ettari). Con una piccola deviazione verso la località Maretti, possiamo ammirare il piccolo e caratteristico Oratorio della Natività della Madonna che sul crinale si affaccia in un punto particolarmente panoramico sulla bassa valle, sulla cerchia alpina e sulla pianura. Tornando a Castagnola prendiamo l’ampia strada sterrata San Bernardo (775m) e pedaliamo per circa un chilometro e mezzo. All’interno conserva un affresco del 1601 e sulla parete esterna la targa a ricordo della 82° Brigata Osella che qui aveva istituito il suo strategico “Bivacco Garibaldino” per il controllo della valle. Siamo a un crocevia di diverse sentieri, proprio nel cuore del Parco del Fenera. Imbocchiamo il sentiero S0 un divertente tratto in discesa per buona parte in single-track dal fondo mediamente in buone condizioni, che transitando dapprima per Croce del Teso ci permette di raggiungere il Motto della Capretta (681 m) con una bellissima visuale verso sud che in giornate limpide e terse permette di vedere oltre la pianura padana anche le Alpi Marittime. Ci tuffiamo nel bosco fitto in un sentiero abbastanza difficile con discese a volte difficoltose. Facciamo attenzione agli alberi e ai rami che in questa zona del tutto naturale possono ostruire il passaggio fino a sbucare nei vigneti di Boca che danno vita al BOCA D.O.C (Denominazione di Origine Controllata): un vino rosso granato, prodotto utilizzando uve Nebbiolo, Vespolina e Spanna, caratteristiche di questa zona. A questo punto è doverosa, una deviazione al maestoso santuario del Santissimo crocifisso di Boca, una vera cattedrale nei boschi. Qui intorno al 1600 venne eretta una piccola cappella a ricordo di una disgrazia mortale. Ben presto guarigioni ed eventi prodigiosi fecero crescere la devozione locale e l’afflusso di devoti (come testimoniano ancora oggi i numerosi ex voto presenti) rese necessaria la costruzione di una prima chiesa a metà del 1700 e in ingrandimento fino all’attuale maestoso tempio progettato dal giovanissimo architetto Alessandro Antonelli nato a Ghemme e residente a Maggiora. Ritorniamo in sella e continuiamo a pedalare fra boschi e vigneti fino ad arrivare a Maggiora, altro paese rinomato per i vini eccelsi e perché vi dimorò la famiglia Antonelli. Anche qui ci attende un’altra occasione di ammirare le architetture dell’Antonelli, nello scurolo della chiesa parrocchiale, tutta stucchi e, nei pressi, in Casa Antonelli, un edificio a quattro piani che nella facciata presenta con i tratti architettonici tipici della produzione antonelliana (colonnati, ampie finestre) che mette in prioritaria evidenza la tecnica delle strutture sulle decorazioni esteriori.
2Dopo la rinomata pista di motocross di Maggiora, riprendiamo il sentiero che risale nel parco del Fenera. La strada a tratti è impegnativa fino al Motto Tondo (522m) e, a seguire, il Motto Salvapaglia (605m). Seguiamo sempre la tagliafuoco S1 che ci porta a Molino Ciotino verso Soliva, in un saliscendi a tratti non banale. Arrivati nei pressi di Soliva proseguiamo verso Castagnola fra antiche distese di castagni punteggiate di numerosi faggi. Da Castagnola riprendiamo il percorso dell’andata fino a rientrare in discesa a Valduggia.
Il territorio è ricco di sentieri e strade forestali che offrono molte possibilità e deviazioni per gli spiriti più avventurosi. Raccomandiamo di scaricare e seguire con attenzione la traccia gps.