Indirizzo
Gattinara
GPS
45.6142424, 8.3711382
Telefono
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Itinerario bike per le vigne di Gattinara, un’escursione tra i preziosi vigneti perchè la Valsesia non è solo dislivelli e alpeggi, ma anche colline e vini pregiati. Scopriamo insieme dove nasce il famoso Gattinara con un giro ad anello tra le vigne della Bassa Valsesia.
Partiamo da Gattinara, dal piccolo parcheggio in Corso Guglielmo Marconi e imbocchiamo Via Monte Bianco. Qui iniziamo a salire per Via alla Torre. La pendenza fin da subito non è banale. Superato il bivio, inizia un’altra rampa impegnativa per chi è in mountain bike.
A compensare lo sforzo ci accompagna fin da subito un panorama mozzafiato con colline di Nebbiolo e Gattinara, a perdita d’occhio. ArrivatI finalmente alla spianata ci accoglie la costruzione solitaria della Torre delle Castelle. parte più evidente di un importante complesso fortificato medievale, un tempo riprodotta sulle etichette della denominazione locale. In mezzo alle due cinte murarie sorgeva una chiesetta dedicata a san Giovanni, proptio dove sorge l’attuale chiesa della Madonna della Neve, curara della Sezione Alpini di Gattinara.
Sotto la torre, in direzione sud, si trova oggi un vigneto sperimentale che raccoglie decine di cloni differenti di nebbiolo, una sorta di biblioteca vivente del nebbiolo. Accanto al complesso si trova anche la Big Bench da cui si gode uno strepitoso panorama: Gattinara a sud, e il fascio montuoso prealpino, circondati dai famosi vigneti dell’omonimo vino. Area pic-nic e bar degli Alpini di Gattinara, offrono un punto ristoro dell’ultimo minuto. Procediamo sul fondo sterrato che solo per alcuni tratti si fa più tranquillo e prosegue con salite intense fino all’ultimo strappo finale, sabbioso e difficoltoso, in cui non è escluso che qualcuno possa preferire spingere la bicicletta.
Finalmente raggiungiamo l’imponente fortificazione del Castello di San Lorenzo, che svetta a 530 metri fra le colline coltivate a vigneto, roccaforte strategica medievale per dominare dall’alto la strada di accesso alla Valsesia e all’Ossola.
La vista, quasi a 360 gradi, è fantastica: da est si vede la collina di Ghemme; a sud la torre di Gattinara, il paese e la pianura che si perde all’infinito; verso ovest le vigne storiche, i cru della Valferana e Molsino, il bosco di Lozzolo e i vigneti del Bramaterra; a nord-nordovest un sistema di colline dal profilo tormentato, il cosiddetto super vulcano della Valsesia collassato in età antichissime, che ha dato origine ai terreni così peculiari dell’Alto Piemonte. Infine, alle spalle, si intravedono Boca e Maggiora, altri luoghi di culto per gli amanti del vino.
Ritornati in sella e ridiscesi, al tornante proseguiamo a destra fino al bivio della a “Ruvla del Burnalot”, un’antica e maestosa quercia dove, secondo la leggenda erano soliti ritrovarsi diavoli, streghe e malefiche creature. Proseguiamo a destra e dopo pochi minuti di discesa arriviamo a un altro incrocio dove prendiamo ancora la destra seguendo le indicazioni CAI. Si percorre la dorsale boscosa fra castagni, felci e ginestre, passando dalla Pietra Romanasca.
Con una breve deviazione sulla destra ci affacciamo al dirupo roccioso dal quale si può osservare verso Sud Est il colle e il Castello di San Lorenzo e in basso i prati di Pian Cordova. Riprendiamo la tagliafuoco in direzione nord: proseguiamo in un saliscendi passiamo a mezza costa sotto Cima Scalvai (543 m.) in direzione della Bonda Grande sulla cui “cima”, Rusca Randa (m. 553) si trova una casetta di legno e una piccola area attrezzata.
A questo punto proseguiamo brevemente in discesa fino a raggiungere il Rifugio Alpini di Lozzolo e la Cappella della Madonna del Grappa dove torniamo ad ammirare il panorama. Incontrato un bivio, prendiamo la sinistra e scendiamo su un sentiero non segnalato verso il Pian Caron. Proseguendo diritto, la strada tagliafuoco si interrompe e si prosegue sul vecchio sentiero che è parte del “Sentiero di Fra Dolcino”, (infatti Dolcino e i suoi seguaci percorrevano questi sentieri dal da Pian Cordova, dove avevano creato la loro base, per scendere verso Serravalle e la Valsesia).
Questo tratto è abbastanza disagevole. Al termine di un ripido tratto cementato, si prende il sentiero di sinistra costeggiando a mezza costa una collinetta e si prosegue in discesa verso Pian Caron, dove si arrivatra boschi e vigneti per tratti anche abbastanza ripidi su una strada sterrata. In falso piano in direzione Sud si costeggia il Rio Marchiazzola.
A circa 300 metri, sulla destra, si stacca un sentierino, contrassegnato 1c, che, dopo aver attraversato la Marchiazzola su un piccolo ponte di legno, porta, con leggera salita, alla Madonna dell’Annunziata, in territorio di Lozzolo, bella e fresca chiesetta con una buona fontana ristoratrice (15 minuti). Adesso il bosco lascia posto ai vigneti e al termine di una distesa prativa si vede un rudere dell’antico villaggio di Uccineglio, precedente alla fondazione del Borgo di Gattinara.
Qui prendiamo a sinistra su una sterrata più ampia: è la Strada delle Vigne. Dopo tre curve a gomito e un rettilineo, si volta a sinistra, sulla Via Aosta, quindi si incontra Via Monviso, e da qui in discesa fino a Via Monte Bianco. Dopo un lungo tratto nel bosco arriviamo alle prime case di Lozzolo. Su strada asfalta, seguendo a destra Via Mazzini, giungiamo nei pressi dell’alta torre campanaria che domina il paese.
Svoltando a sinistra, scendiamo lungo la pedonale Via Castello, al termine della quale proseguendo a sinistra torniamo in breve al parcheggio. Infine arriviamo a Gattinara: percorriamo lo storico Corso Garibaldi e pieghiamo a sud in Corso Vercelli. Per chiudere l’Itinerario bike per le vigne di Gattinara e questa giornata non può mancare una visita all’Enoteca regionale.
Itinerario bike per le vigne di Gattinara